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LUISA RAGGI
 

Nel Genesi l’Altissimo plasma la terra per creare il primo uomo e la prima donna così la storia stessa sembra iniziare dall’argilla. Fatte le debite proporzioni, la sensazione, ritrovata ogni volta che inizio un pezzo, è la stessa: dare una forma partendo da una terra particolare, scelta per fabbricare gli oggetti necessari a rendere comoda e più bella la vita quotidiana. La cura con la quale scartavetriamo, cuociamo, smaltiamo e prima ancora pensiamo un manufatto ha come scopo non solo l’uso ma anche la grazia dell’oggetto stesso. Per me l’artigianato è il processo che non conosce la separazione tra la progettazione e la realizzazione, unendo tutto nella stessa persona, nelle sue mani. Per quanto si sperimentino nuove formule per la materia prima o nella diversità delle cotture e degli smalti, sono sempre le mani - le mie mani - a essere le responsabili ultime del risultato. Anche se durante la cottura è il fuoco a comandare: l’apertura di una fornata infatti è un momento di trepidazione. 


Mediante le mie mani non solo fisso una forma ma cerco di trasmettere un’emozione, un pensiero che arrivi anche a chi lo userà o lo guarderà. Nella mia produzione è centrale il pezzo unico: desidero che ciascuno possa avere qualcosa non di serie: che sia una lampada, un vaso o una scultura. Penso sia la strada per l’artigianato del futuro: le persone hanno bisogno di avere qualcosa di speciale per sé, soddisfa una necessità primaria che l’industria non è in grado di coprire. Il pezzo unico e la manualità mi hanno portato all’insegnamento, non per trasmettere il mestiere a chi desidera intraprenderlo bensì per chiunque voglia apprendere le tecniche per esprimere la propria creatività e provare la mia stessa emozione nell’avere tra le mani un oggetto che all’inizio era solo un pezzetto di terra informe.

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